Matteo Salvini critica le lettere inviate dall’Agenzia delle Entrate alle partite Iva, accusandole di “toni inquisitori”: la replica di Maurizio Leo.
Il tema delle tasse divide ancora una volta il governo guidato da Giorgia Meloni. Al centro della polemica, le 700mila lettere e PEC inviate dall’Agenzia delle Entrate alle partite Iva con redditi dichiarati sotto le attese. Proprio per questo motivo, Salvini è intervenuto a gamba tesa contro il Fisco che, a suo dire, “minaccia” gli italiani che pagano regolarmente le tasse.
Salvini attacca: “Toni inquisitori sotto Natale”
Questa iniziativa, mirata a segnalare possibili anomalie e a promuovere il concordato preventivo, ha scatenato un acceso confronto tra la Lega e Fratelli d’Italia, con Matteo Salvini e il viceministro dell’Economia Maurizio Leo su posizioni opposte.
Il leader della Lega, nonché vicepremier, ha criticato aspramente l’invio delle lettere da parte del Fisco, definendole inappropriate sia nei metodi che nel merito.
“Non ho condiviso né il metodo, né il merito di questo invio di milioni di lettere sotto Natale con un tono inquisitorio a gente che ha pagato le tasse. Se uno strumento non funziona, come il concordato, bisogna cambiarlo, non inseguire gli italiani”, ha commentato Salvini.
Salvini ha rilanciato con la proposta di una rottamazione a lungo termine, che secondo lui avrebbe dato risultati migliori rispetto al concordato preventivo.
La difesa di Leo: “Un fisco più collaborativo”
A rispondere alle accuse è stato il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, esponente di spicco di Fratelli d’Italia e fautore della riforma fiscale.
Leo ha chiarito che l’obiettivo delle lettere non è vessare, ma informare i contribuenti: “Non c’è nessuna intenzione di vessare o minacciare. Le lettere fanno parte dell’ordinaria attività di comunicazione per segnalare eventuali anomalie e promuovere un rapporto collaborativo tra il Fisco e i cittadini”.
Leo ha ribadito che i contribuenti in regola non devono preoccuparsi e possono ignorare la comunicazione.
L’intento, ha sottolineato, è evitare accertamenti successivi e promuovere la trasparenza, invitando chi ha commesso errori a correggerli.
Chi sono i destinatari delle lettere?
Le lettere sono state inviate a partite Iva che hanno dichiarato redditi inferiori a 15mila euro e al di sotto della media dei dipendenti dello stesso settore.
Queste anomalie hanno sollevato sospetti di possibili evasioni. Tuttavia, le comunicazioni non sono accertamenti o sanzioni, ma semplici avvisi che danno tempo fino al 12 dicembre per aderire al concordato biennale.
Concordato preventivo: una strategia contestata
Il concordato biennale è uno strumento su cui il governo ha puntato molto per aumentare le entrate e finanziare la riforma fiscale. Tuttavia, Salvini lo ha definito inefficace, sostenendo che non otterrà risultati concreti e chiedendo una revisione dello strumento.
La polemica riflette tensioni interne al governo su una questione delicata come il rapporto tra Fisco e cittadini. Mentre la Lega spinge per misure più concilianti, Fratelli d’Italia difende la linea del “fisco amico” e la trasparenza come base di un nuovo modello fiscale.